SANT’ANNIBALE M. DI FRANCIA

Annibale Maria nacque a Messina il 5 Luglio del 1851 dal cavaliere Francesco, marchese di

Santa Caterina dello Jonio, Vice Console Pontificio e Capitano Onorario della Marina Reale Borbonica, e dalla nobildonna Anna Toscano, figlia del Commissario di polizia Guglielmo e di Donna Matilde dei Marchesi di Montanaro.

 

Il cavaliere Francesco aveva un fratello, Raffaele, monaco cistercense e professore di Lettere e Filosofia nel collegio dei Gentiluomini di S. Nicolò a Messina, ed una sorella, Luisa, sposa del patriota e storico messinese Giuseppe La Farina, uomo di fiducia di Cavour in Sicilia.

Donna Anna Toscano aveva anch’essa un fratello, Don Giuseppe Toscano, sacerdote e giornalista

Francesco ed Anna ebbero quattro figli. A tutti, nel giorno del battesimo, venne fatto precedere al nome designato quello di Maria.

Il primogenito fu Maria Giovanni che seguì le orme letterarie del padre e morì celibe ancora giovane. La secondogenita fu Maria Caterina, donna di grande carità che andò sposa ad Antonio Montalto. Il terzogenito fu appunto Maria Annibale. Il quarto nato fu Maria Francesco che sceglierà anch’egli la via del sacerdozio e del servizio verso i piccoli e i poveri.

Ad appena due anni Annibale divenne orfano per la morte prematura del padre. La madre aveva solo 23 anni ed era in attesa del quarto figlio: costretta a dedicarsi agli affari di famiglia, affidò i figli a dei parenti. Annibale fu affidato ad una anziana zia che venne a mancare nel 1854, quando un’epidemia di colera colpì Messina. A sette anni iniziò gli studi presso il Collegio dei Gentiluomini dei monaci Cistercensi del monastero di San Nicolò di Messina. Lì, insieme ai figli delle altre famiglie nobili messinesi, Annibale ricevette quella educazione che richiedeva il suo rango. In più, in quel collegio, insegnava lo zio paterno, Padre Raffaele Di Francia.

Intanto, il 24 Luglio del 1860, Garibaldi entrò vincitore a Messina e, mentre il popolo lo osannava, i nobili fuggivano spaventati. Anche la famiglia di Annibale riparò a Napoli e lì lo zio Giuseppe La Farina insistè perché proseguisse i suoi studi nel collegio militare della Nunziatella ma ottenne solo una ferma opposizione del giovane Annibale.

Unificata l’Italia e spentosi il vento rivoluzionario, i Di Francia rientrarono a Messina e Annibale tornò a studiare dai Cistercensi. A 15 anni lasciò il collegio perché lo Stato Italiano, con la legge del 7 Luglio 1866, decretò la soppressione degli ordini religiosi e l’incameramento dei loro beni.

Da quel momento fu suo precettore privato Felice Bisazza (1809 – 1867), docente di “Belle Lettere” presso l’Università di Messina. Il raffinato maestro avvicinò il marchesino alla poesia e all’oratoria. In quegli anni Annibale visse come si addiceva ad un giovane di nobile casato: frequentava altri giovani par suoi e si divertiva. Ma quella vita fatta di abiti eleganti, caccia, scacchi, e qualche fugace ed ingenua storia sentimentale non lo allontanarono mai da quel richiamo inconscio ed irrefrenabile verso Cristo.

Appena diciottenne, mentre era in adorazione dinanzi all’Eucaristia, sentì chiara la vocazione al sacerdozio che egli stesso definì “improvvisa, irresistibile, sicurissima”. Tale chiamata si sviluppò e crebbe comprendendo l’importanza della preghiera per le vocazioni prima che la scoprisse nel comando di Gesù, riportato nel Vangelo:

 “La messe è molta ma gli operai sono pochi.

  Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”

 (Mt 9, 37-38; Lc

10, 2).

Queste parole del Vangelo costituirono l’intuizione fondamentale alla quale egli dedicò tutta la sua esistenza.

E il cammino non fu senza ostacoli: in primo luogo l’opposizione della madre che non credeva in quella vocazione a causa del carattere impulsivo e poetico del figlio. Inoltre ella aveva progetti di una brillante carriera che risollevasse le finanze della famiglia. Nonostante ciò, l’8 Dicembre 1869, insieme al fratello Francesco, chiese all’Arcivescovo Luigi Natoli il consenso a vestire l’abito talare. A quel punto la madre non ostacolò più la volontà di Annibale e di Francesco. Il 16 Marzo 1878 venne ordinato sacerdote nella chiesa dello Spirito Santo: aveva 27 anni.

Tuttavia la vocazione e la vita sacerdotale di Padre Annibale furono segnate da un incontro avvenuto qualche mese prima della sua ordinazione.

Spesso gli era capitato di prodigarsi con carità cristiana verso i poveri ed i bisognosi, eppure quando incontrò un giovane mendicante quasi cieco, Francesco Zancone, compì un gesto mai fatto prima: piuttosto che dargli qualche spicciolo e proseguire, si fermò e gli parlò. Gli chiese da dove veniva e gli promise di andarlo a trovare per insegnargli

“le cose di Dio”

Attraversato il ponte Zaera, Padre Annibale entrò in contatto con una realtà diversa dalla sua, fatta di miseria materiale e spirituale. S’addentro nei bassifondi di Messina, in cerca delle case dei marchesi Avignone (da qui il nome storpiato di “Mignuni”) ma trovò solo un quartiere malfamato fatto di file di baracche e case diroccate, sporcizia, desolazione e disperazione.

Chiese di quel povero cieco, che lì aveva condotto i suoi passi, e ben presto Padre Annibale fu condotto al suo tugurio. Nacque da quel Giovanni, Maria Caterina e Don Francesco M. Di Francia fotografato tra le bambine dell’orfanotrofio di Roccalumera (Messina) momento fra i due una amicizia sincera che durerà fino al 1908, quando Francesco morì sotto le macerie del terremoto. Dopo quella prima volta Padre Annibale tornerà spesso in quel quartiere dove c’erano i poveri più poveri: la mente e il cuore di quel giovane prete sono ormai indissolubilmente legati ad ognuno di loro sul cui volto scorge riflesso quello di Cristo.

Padre Annibale porta a quei derelitti aiuti materiali e spirituali, catechismo e richieste di conversione: sa che evangelizzare i poveri senza soccorrerli è un lavoro incompleto. Si rimbocca le maniche e si mette a ripulire, vestire, sfamare, compra loro vesti, letti, cibo e dà del denaro …il suo. Comincia a comprare quei tuguri a prezzi esorbitanti sempre con i suoi soldi. Finchè non ha più un centesimo di suo ma il suo cuore grande e la sua generosità fanno sì che la Provvidenza sia sempre al suo fianco.

Le minacce dei soliti benpensanti non lo spaventano, le critiche lo stimolano a fare di più e meglio. Ed in quel quartiere cominciano a chiamarlo “Padre”. Un giorno incontra un ragazzo messo al bando ed emarginato da quegli stessi emarginati di quel quartiere, zimbello di tutti a causa del suo ritardo psichico. Padre Annibale lo porta nella sua casa, lo pulisce, lo riveste e lo sfama. Poi lo mette a dormire baciandolo paternamente sulla fronte e in quell’attimo, con quel gesto, ha una visione, ebbe, come dirà egli stesso,

“la sensazione di avere baciato Gesù”.

.I bambini sono in cima ai suoi pensieri, vuole affrancarli da quella condizione di miseria materiale e morale: per loro appronta una scuola serale per i maschietti e un asilo per le bambine. Nel 1882 nasce il primo “Rifugio” per raccogliere ragazze orfane e abbandonate, seguito da quello per i maschietti.

Ma il Quartiere Avignone  era solo una piccola parte della immensa miseria del mondo per la quale cercava un rimedio. «Che cosa sono – scriveva Padre Annibale – questi pochi orfani che si salvano e questi pochi poveri che si evangelizzano dinanzi a milioni che si perdono e sono abbandonati come gregge senza pastore? … Cercavo una via d’uscita e la trovavo ampia, immensa in quelle adorabili parole di nostro Signore Gesù Cristo:

 “Pregate il Padrone della messe perché mandi gli operai nella sua messe”

 Allora mi pareva di aver trovato il segreto di tutte le opere buone e della salvezza di tutte le anime.

 I sacerdoti, i consacrati e tutti i cristiani sono gli “operai del Vangelo” e questi sono frutto della preghiera. Così egli diventò apostolo della preghiera per le vocazioni e anticipatore della moderna promozione vocazionale e la

Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, istituita da Paolo VI nel 1964, può considerarsi la risposta della Chiesa a questa sua intuizione.

Per realizzare nella Chiesa e nel mondo i suoi ideali apostolici, il 18 Marzo 1887, Padre Annibale impose l’abito a quattro giovani che avevano cominciato a dargli una mano nell’orfanotrofio e che più gli sembravano adatte alla vita religiosa: nasce la congregazione delle Figlie del Divino Zelo

  A queste prime si unirono altre postulanti fra cui Carmela D’Amore e Maria Nazarena Majone che diverranno le pietre miliari della neonata congregazione. Nel 1895 si affiancò all’operato di Padre Annibale il primo sacerdote rogazionista, Francesco Bonarrigo. Due anni dopo nascerà la congregazione dei

 Rogazionisti del Cuore di Gesù.Padre Annibale volle

 che i membri dei due Istituti si impegnassero a vivere il Rogate

 con un quarto voto: oltre i voti di castità, povertà e obbedienza, anche a pregare per le vocazioni, diffondere questa preghiera ed essere essi stessi dei “buoni operai”, attraverso l’evangelizzazione e la promozione umana dei derelitti e dei più bisognosi.

Altro evento importante nella vita del Padre fu l’eredità di un orfanotrofio femminile avuto dopo la morte di Padre Giuseppe Sollima, camilliano, nel 1889. Contando solo sui mezzi offerti dalla Divina Provvidenza, per ospitare le trenta orfane affittò Palazzo Brunaccini, famoso per essere stato la dimora di Goethe durante il suo soggiorno a Messina. Dopo tre anni il Padre chiese al Comune i locali del monastero dello Spirito Santo.

Gli anni passarono fra difficoltà d’ogni genere. Non mancarono al Padre i tormenti spirituali che culminarono nel 1897 quando la comunità si divise e alcune suore lasciarono Messina per Roccalumera. Con esse Veronica Briguglio e Don Francesco Maria Di Francia fondarono la congregazione delle Cappuccine del Sacro Cuore. In Città esplosero le critiche all’operato del Di Francia e, di fronte al concreto pericolo di soppressione, egli chiese la collaborazione di Mélanie Calvat, la veggente de La Salette. La Calvat accettò e, giunta a Messina, diresse le Figlie del Divino zelo fino all’Ottobre del 1898. Al superamento di questa crisi seguì la fondazione di altri due orfanotrofi: a Taormina nel 1902 e a Giardini nel 1903.

Il 28 Dicembre 1908, alle ore 5:20 del mattino, un disastroso terremoto colpì Messina. In quel frangente di dolore e lutto per la città amata, Padre Annibale era a Roma ed apprese la notizia dai giornali. Il 31 Dicembre il piroscafo dove si era imbarcato giunge a Messina che si offrì ai suoi occhi in tutto il suo desolante spettacolo di morte e desolazione. Ma la nave non potè attraccare e venne dirottata su Catania. Finalmente la sera del 5 Gennaio del 1909 il Padre riuscì a raggiungere Messina e i suoi orfani tutti miracolosamente illesi. Essendo Messina una città fantasma, Padre Annibale fu costretto a trasferire gli orfani in Puglia per concessione delVescovo di Oria che mise a sua disposizione due edifici. L’esilio in Puglia per i piccoli profughi durò solo un anno ma questo bastò a far conoscere anche lì lo spirito caritatevole del Padre: ritornando a Messina, ad Avignone e allo Spirito Santo, lasciò in Puglia le prime Case rogazioniste diOria, Francavilla Fontana e Trani. Seguì l’apertura di altre case: a San Pier Niceto (Messina) nel 1909, a Sant’Eufemia d’Aspromonte (Reggio Calabria) nel 1915, ad Altamura nel 1916, a Roma nel 1924, a Torregrotta (Messina) nel 1925 e a Novara di Sicilia (Messina) nel 1927.

Se nel 1895 vennee ordinato il primo sacerdote rogazionista, Padre Francesco Bonarrigo, il 14 Giugno 1924 è il giorno dell’ordinazione sacerdotale dei primi due sacerdoti rogazionisti cresciuti nell’Istituto: P. Serafino Santoro e P. Diodoro Tusino. Ad ordinare i due diaconi è Mons. Angelo Paino, nuovo arcivescovo di Messina, succeduto a Mons. D’Arrigo.

Il 4 Aprile 1926 venne inaugurata a Messina la prima chiesa nella storia del Cristianesimo dedicata alla preghiera per le vocazioni, il Tempio che riporta sulla facciata la scritta a caratteri d’oro:

 “Pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe”

 Il 6 Agoto1926, giunto il nulla-osta dalla Santa Sede, Mons. Paino firmò i decreti di erezione canonica delle due congregazioni di Padre Annibale.

La giornata terrena di Padre Annibale volse al termine il 1 Giugno 1927 quando si spense serenamente nella casetta di Fiumara Guardia, alla periferia di Messina. I funerali si svolsero il 4 Giugno e tutta Messina scese in strada per l’ultimo saluto.

 Il 7 Ottobre 1990 Padre Annibale è stato proclamato “Beato” da Sua Santità Giovanni Paolo II e sempre lo stesso Pontefice lo ha iscritto nell’albo dei Santi il 16 Maggio 2004. La festa liturgica di Sant’Annibale Maria Di Francia si celebra il 1 Giugno.

 

 

 

 

 

 

 

2 risposte a SANT’ANNIBALE M. DI FRANCIA

  1. Sergio Giacomo scrive:

    Non posso trovare voi su cardsapp, come posso trovarti?

  2. Mellina Vestuto scrive:

    Come trovare voi in CardsApp

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